Era un’estate di quelle che sembravano infinite, in cui il sole abbracciava ogni cosa con il suo calore dorato. Il campo si estendeva a perdita d’occhio, punteggiato da piccoli fiori che brillavano come minuscoli soli sotto il cielo azzurro. L’aria era intrisa di profumo d’erba secca e di dolcezza, mentre le farfalle danzavano leggere, seguendo il ritmo del vento.
Sofia e Marco correvano tra i campi, le mani intrecciate e i sorrisi più luminosi del sole sopra di loro. I loro passi facevano ondeggiare i fili d’erba, mentre le risate risuonavano come una melodia felice. Ogni tanto, Marco si fermava per raccogliere un fiore e posarlo tra i capelli di Sofia, che arrossiva e rideva, rincorrendolo poi come una farfalla tra i fiori.
Non c’era fretta, non c’erano orologi a segnare il tempo, solo quel momento eterno. Quando il sole iniziò a calare e il cielo si dipinse di rosa e arancio, i due si sedettero sull’erba, il fiato corto e i cuori pieni. Marco indicò il cielo: “Guarda, sembra che anche il sole voglia restare con noi un po’ più a lungo.”
Sofia sorrise e si appoggiò alla sua spalla. “Forse lo fa, perché sa che questo è un giorno che non vogliamo dimenticare.”
E così rimasero lì, avvolti dalla luce dorata e dalla promessa silenziosa di tornare, un giorno, a correre di nuovo in quel campo, dove il tempo sembrava fermarsi e tutto era possibile.


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