L’autunno si era trascinato via i colori caldi, lasciando dietro di sé solo il vento e il silenzio. In un angolo dimenticato del giardino, un’unica foglia resisteva al gelo, il suo verde ormai stinto, i bordi bruciati dal freddo. Sembrava un cuore stanco, sospeso tra il ricordo della vita e l’inevitabile abbraccio dell’inverno.
Ogni mattina, Elisa passava accanto a quell’albero spoglio, il cappotto stretto attorno al corpo e il respiro che si dissolveva in piccole nuvole bianche. La foglia solitaria attirava sempre il suo sguardo. Era come lei: aggrappata a qualcosa che ormai non c’era più.
Quel giorno, però, il vento soffiò più forte. Elisa si fermò e vide la foglia tremare, resistere, poi infine lasciarsi andare. Cadde lentamente, danzando nell’aria gelida prima di posarsi sulla terra umida. Elisa si chinò e la raccolse con delicatezza.
Sorrise, stringendola tra le dita. Forse, pensò, lasciar andare non significava perdere. Forse era solo un nuovo inizio.
E mentre il cielo si copriva di nubi, Elisa riprese a camminare, portando con sé il piccolo cuore d’inverno.


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